12 settembre 2004
Il metano per auto: 1 singola soluzione all'inquinamento e alle lotte per il petrolio
Mi piace proporre argomenti difficilmente reperibili coi tradizionali media.
Fra questi, una menzione particolare la meritano i carburanti per autotrazione,
responsabili per circa il 50-60% dell'inquinamento cittadino, soprattutto a
causa delle emissioni delle cosiddette "polveri sottili" che tanto
stanno preoccupando i Ministeri della Sanità di tutte le nazioni. Si calcola,
infatti, che nelle grandi città ogni cittadino sia sottoposto ad un rischio di
patologie cardio-polmonari pari al doppio rispetto a chi vive al di fuori dei
grandi centri abitati.
Oltre ai particolati del tipo PM10 e PM2,5 che vanno a rappresentare le porzioni
più pericolose delle polveri sottili, altri inquinanti vanno a giocare un ruolo
più o meno importante sull'insorgenza di malattie polmonari, sull'aumento
dell'effetto serra e sulle influenze globali del clima terrestre. Gli altri
composti pericolosi per la salute sono noti come nitrossidi (NO e NO2), ossidi di carbonio (CO e CO2), composti dello zolfo (SO e H2SO4
meglio conosciuto come acido solforico, responsabile anche delle piogge acide),
benzeni, ozono e altri sottoprodotti della combustione. È
l'eterogeneità dei carburanti e la combustione imperfetta che genera questa
gamma di prodotti tossici, retaggio anche dell'incapacità da parte dei motori
di sfruttare al massimo il potere calorico dei carburanti. Un grosso spreco,
niente di nuovo sotto il sole. L'industria delle auto si è molto prodigata
affinché il potere di conversione dei motori aumentasse, in modo che alla
stessa quantità di carburante corrispondesse un maggior numero di chilometri
percorsi e non si può negare che il rendimento dei motori attuali sia
enormemente migliorato rispetto a 30-40 anni fa. Nonostante ciò l'inquinamento
delle aree urbane è andato crescendo costantemente e vertiginosamente, in virtù
dell'aumento del numero di auto in circolazione e del sempre minor uso dei
mezzi pubblici. Anche la perdita dell'abitudine ad andare al lavoro in gruppo
contribuisce a popolare le strade e le tangenziali di auto che, tenute in moto
durante l'attesa in coda e ai semafori, rendono ancora più grave il bilancio
dell'energia sprecata e dell'aumento di inquinamento cittadino.
Meritano un approfondimento le già citate "polveri sottili": sono molecole di dimensioni molto ridotte che, inevitabilmente inalate, si depositano nei polmoni creando danni respiratori che possono spaziare dalla semplice asma a delle gravi crisi respiratorie responsabili di decessi. Le più pericolose sono le PM2,5, in grado di restare sospese nell'aria per settimane (niente possono, quindi, i ridicoli blocchi del traffico organizzati dai comuni) e le si possono notare appendendo per qualche ora un lenzuolo bianco alla finestra di una grande città: ciò che lo rende nero è anche ciò che finisce nei nostri polmoni. I soggetti maggiormente a rischio per l'insorgenza di malattie legate all'inquinamento da "traffico veicolare" sono, naturalmente, i bambini: la maggiore frequenza del loro respiro e la vicinanza al manto stradale a causa della statura, uniti a un immaturo sistema immunitario, costituiscono una miscela di situazioni che mette in serio pericolo la loro salute e la corretta crescita.
L'industria pubblicitaria promette solo risparmi al portafoglio osannando i diesel e i loro bassi consumi, ma l'emissione di polveri sottili è prerogativa quasi esclusiva di questi motori. I filtri antiparticolato (FAP) di cui si vanno decantando le lodi riescono a trattenere e bruciare buona percentuale dei PM10 ma a loro sfuggono le piccolissime PM2,5. I vecchi diesel, invece, non prevedono alcun filtro e quelli nuovi necessitano di particolari manutenzioni che, se non osservate, ne compromettono l'efficacia. E non lasciatevi incantare nemmeno dalla marmitte catalitiche che a suo tempo ci costrinsero a "comprare" a nostre spese: alla fine della loro carriera pesano meno di una marmitta nuova !! Quindi, se non ci inganna la "leggenda" che la materia non si crea né si distrugge, è legittimo chiedersi se i residui che dovevano essere trattenuti e/o bruciati non finiscano lo stesso dove capita, col beneplacito della nostra pulita coscienza. Forse è bene sapere che in Argentina e Brasile, le nazioni al mondo che più utilizzano il metano per auto, le auto a diesel sono state vietate per legge ai privati.
I motori a scoppio alimentati a benzina emettono, inoltre, benzene, CO e CO2 in gran quantità; la prima sostanza è un potente cancerogeno, la seconda è un ossido estremamente tossico e l'ultima è una molecola salita agli onori della cronaca per gli effetti sull'effetto serra e il surriscaldamento del pianeta.
Che fare ?? No, non mi accingerò a citare utopistiche visioni leniniste.
Non andrò nemmeno a tirar fuori dal cappello il tanto chiacchierato "idrogeno per autotrazione". È un miracolo già oggi possibile, ma lontano decine di anni dalla costruzione in serie e, soprattutto, legato ancora all'estrazione di petrolio o di carbone. Per ottenere l'idrogeno necessario per riempire una bombola, infatti, occorre somministrare energia all'acqua e questa energia viene fornita da carbone ardente (la cui estrazione massiva nel 19° secolo ha annerito le più belle città delle Gran Bretagna) o dalla combustione del petrolio, spostando, anziché risolvere, la questione dell'inquinamento in altre zone. Fin quando non si utilizzeranno pannelli fotovoltaici per il processo definito "idrolisi", la soluzione dell'idrogeno non sarà scevra da pericoli ambientali.
Stessa cosa dicasi per l'utilizzo di veicoli elettrici: non emettono praticamente niente, ma le centrali che producono energia elettrica sono spesso alimentate a petrolio. E le batterie, una volta persa la capacità di ricarica, come succede a tutte le unità ricaricabili di cellulari e Pc, reclameranno prima o poi il loro diritto a essere smaltite "in appositi siti o contenitori" e non saranno inerti di fronte a Madre Natura.
Parlerò quindi di possibilità concrete: il metodo più ecologico ad oggi disponibile per alimentare le auto, escludendo le gambe che spinge il veicolo di Fred Flinstone, è il metano.
Il metano non si accoppia con l'utopia, in quanto esiste già, è il
presente, è stato il passato e potrà essere il futuro.
Il metano non richiede auto di particolare concezione per poter essere
utilizzato come carburante, in quanto è adattissimo ad alimentare i normali
motori a scoppio oggi spinti dalla costosissima benzina.
Il metano costa, a parità di Km percorsi, circa 3 volte meno della
benzina e quasi metà rispetto al diesel (e con il prezzo raggiunto negli ultimi
tempi dai derivati del petrolio, non mi pare un vantaggio di poco conto !!)
Il metano ha un impatto ambientale bassissimo ed
ha un'emissione praticamente nulla di polveri sottili, mentre l'emissione di NO
e NO2 è,
rispettivamente, inferiore dell'80 e del 60% rispetto i veicoli alimentati a
benzina, quella di CO2 del 30% in meno, quella di CO del 75% in meno.
La sua combustione è pressoché completa e non lascia quindi residui sui
cilindri del motore, allungandone sensibilmente la vita e permettendo di
cambiare l'olio a un chilometraggio praticamente doppio rispetto al normale (e
si torna su un minore inquinamento e sul risparmio).
Il metano, al contrario di ciò che si sente raccontare in giro a causa di male-informati, è un combustibile sicuro: brucia a temperature più elevate rispetto alla benzina e ha un range di infiammabilità più basso. Inoltre, al contrario del GPL (altra alternativa ecologica, ma meno sicura) o di altri derivati del petrolio, è un gas più leggero dell'aria e, in caso di perdite, uscirebbe dall'auto scongiurando i paventati scoppi che alimentano la diffidenza verso questo gas.
Il metano non ha niente a che vedere col petrolio, è un gas naturale prodotto da microrganismi che si nutrono di residui organici e che si accumula nel sottosuolo di qualsiasi nazione. Non deve quindi essere trasportato attraverso navi-cisterna o petroliere che spesso riversano in mare gli idrocarburi che insozzano le nostre spiagge (e i piedi e gli asciugamani...) e che uccidono migliaia di esemplari di uccelli e pesci. Il metano viene, infatti, trasportato attraverso metanodotti (come quelli che lo portano nelle nostre case per il riscaldamento e per l'uso domestico in cucina): se un tubo perde, il gas si disperde nell'aria e non intossica nessuno.
Ci si sgancia totalmente dalla logica dei giochi per il petrolio, strettamente legati al sangue di milioni di vittime innocenti in tutto il mondo. Inoltre in alcuni paesi quali Svizzera e Svezia il metano viene ricavato dalla decomposizione, da parte di particolare batteri, dei rifiuti organici. Ogni massa di rifiuti organici produce metano in maniera naturale e spontanea e quel metano, se rilasciato nell'atmosfera, andrebbe a danneggiare lo strato di ozono. Con un telone si può intrappolare il gas sprigionato e bruciarlo nei motori delle auto o impiegarlo per il riscaldamento degli edifici, impedendo che salga nell'atmosfera e contribuendo a diminuire l'uso di carburanti più dannosi. Il gas così ottenuto è detto Biogas o Kompogas; questa tecnica è utilizzata anche in Italia per ottenere metano, ma attualmente solo per uso termico. La trovo la più geniale soluzione di ciò che oggi viene definito "sviluppo ecosostenibile" !! È incredibile pensare che sia una possibilità reale e già applicata con successo (e quasi nessuno lo sa...), nonostante faccia correre la mente agli scenari futuristici e improbabili visti in "Ritorno al Futuro" di Zemeckis (ricordate la de Lorean, che Doc. carica con i rifiuti presi da un cestino ??) !!
Permette di farsi beffa delle notizie sul caro-benzina, rende eco-compatibili tutti i nostri spostamenti e lava la coscienza riguardo la salvaguardia del pianeta.
Taglia spese sanitarie allo Stato Sociale, restituendo risorse impegnabili in più nobili progetti (a cosa pensate che serva la campagna anti-fumo martellante alla tv ??).
La seguente tabella, presa in prestito dal sito www.agammonza.it, riassume i confronti fra le emissioni dei carburanti più utilizzati:
|
Unità |
Benzina |
Diesel |
GPL |
Metano |
Idrocarburi totali |
g/km |
0,26 |
0,21 |
0,24 |
0,2 |
Idrocarburi di manganese |
g/km |
0,33 |
0,21 |
0,3 |
0,04 |
Monossido di azoto |
g/km |
0,7 |
0,59 |
0,6 |
0,12 |
Monossido di carbonio |
g/km |
3,75 |
0,84 |
2,9 |
0,9 |
Particolato |
g/km |
0,1 |
0,3 |
0,1 |
0 |
CO2 |
g/km |
190 |
170 |
175 |
140 |
Benzene |
mg/km |
9,39 |
3,9 |
0,08 |
0,04 |
1,3 Butadiene |
mg/km |
1,61 |
non misurato |
non misurato |
0 |
Formaldeide |
mg/km |
8,9 |
35 |
7,2 |
1,45 |
Questi test vengono eseguiti a 25°; tuttavia va aggiunto che la temperatura esterna media annua è molto inferiore a questo valore (ca.10-12°) e, in queste condizioni, i motori alimentati a Benzina e GPL richiedono immissioni più elevate di carburante per favorire l'iniezione all'accensione, incrementando ulteriormente la % di emissioni inquinanti già evidenziate. |
Alimentare la propria auto a metano è facile. Anzi non è così facile: molti concessionari d'auto e meccanici filo-diesel tendono a sconsigliare la trasformazione a metano, grazie anche a interessi petroliferi, incentivi per la vendita di auto diesel e a tanta disinformazione. C'è un esercito di professionisti pronto a terrorizzare gli amanti del "viaggiar pulito" con cassandriane sciagure, pontificando previsioni sullo scoppio delle bombole, sull'eccezionale perdita di potenza del motore, sulla carenza di punti di rifornimento. In realtà gli incidenti capitati alle bombole di metano sono talmente rari da potersi raccontare come aneddoti: in 40 anni si è registrato 1 solo caso in Italia, la nazione con il più ampio parco auto alimentato a metano d'Europa. Nessun caso riportato in USA. Le "leggende" su auto che "si incendiano" riguardano il GPL, che essendo più pesante dell'aria si stratifica nel bagagliaio e può prendere fuoco. Nessuno, però, racconta degli incidenti capitati ai serbatoi di benzina e diesel, molto meno rari. Il motore perde di potenza, questo è vero: ma perdere 5 o 6 cavalli di potenza per risparmiare 1.500 euro ogni 30.000 Km percorsi e senza inquinare forse è un gioco che vale la candela. E se si ha bisogno di tanta potenza, basta premere un pulsante per tornare a viaggiare a benzina. Riguardo i punti di rifornimento la nota è più dolente: purtroppo le stazioni non sono molte, ma sono in costante aumento e sono dislocate in tutta Italia, ben indicate da una guida che raccoglie tutti i distributori d'Italia e dell'estero. Se si resta a secco, c'è sempre la benzina da sfruttare, ma è solo questione di ricordarsi dove sono i distributori !!
Sulla comunità italiana del metano per auto www.metanoauto.com si possono trovare molte informazioni
utili su quali siano i modelli più adatti alla trasformazione secondo le
proprie esigenze e la verità sulle "leggende metropolitane" intorno
al metano. È opportuno, infatti, prima di scegliere l'auto da trasformare o
prima di trasformare l'auto già posseduta, fare alcune considerazioni sull'autonomia
desiderata (quindi la dimensione delle bombole), sul tipo e la marca di
impianto che sarà più opportuno installare, sulla posizione e il numero di
bombole, sugli installatori più vicini alla propria zona. Soprattutto è
consigliabile utilizzare il forum del sito per trovare esperienze precedenti
riguardo il modello della propria auto, per avere ottimi consigli dai
disponibili utenti del forum sul tipo e la marca di impianto, conoscere
l'effettiva convenienza di trasformazione e eventuali problemi che potrebbero
insorgere, avere consigli per una corretta manutenzione.
Occorre avere un po' di pazienza affinché l'auto sia messa a punto dopo la
trasformazione a metano, ma il lavoro ultimato rende delle grosse
soddisfazioni. Di solito è necessario, nei primi periodi di utilizzo di un
nuovo impianto, tornare dall'installatore per una perfetta messa a punto in
base alle proprie esigenze di guida: può darsi che si debba tornare due o tre
volte dall'impiantista, oppure solo una volta giusto per scrupolo (come è successo
a me).
L'unica controindicazione è la perdita di buona parte del bagagliaio, ma in una
station wagon o se non serve molto spazio il problema è relativo. Io ho
trasformato la mia Peugeot 307 1.6 cc nuova di zecca con una bombola da
90 litri (per un'autonomia che va dai 300 ai 340 Km) e di un bagagliaio di 341
litri ho ancora spazio per borse e borsoni (cliccare per ingrandire):
Contrariamente a quanto molte "Cassandre" mi preventivavano (concessionari e meccanici per lo più), non ho problemi di ripresa ai disimpegni agli incroci, raggiungo i 190 Km/h in autostrada (e la velocità max. dichiarata per quest'auto è di 185-190 Km/H), non si sente alcun rumore aggiuntivo rispetto alla benzina, non ho perso in stabilità, posso parcheggiare nei parcheggi interrati. Ovvio che le prestazioni non sono proprio identiche rispetto al passaggio di benzina nel motore (l'allungo è un po' più lento, le salite sono leggermente più sofferte ma senza creare grossi problemi), ma se, per un qualsiasi motivo, avessi bisogno di più potenza, niente mi impedirebbe di premere un pulsante e passare da metano a benzina! Intanto, a chi mi parla degli "svantaggi" di avere un impianto a metano, faccio notare che con 10 € percorro una media di 320 Km e sfido chiunque a dimostrarmi che è in grado di viaggiare con il portafoglio più pesante e il cuore più leggero del mio !!
Il governo stanzia degli incentivi pari a 650 € per trasformare la propria auto a metano (o a GPL), entro i primo tre anni dall'immatricolazione. Questo grazie agli accordi presi alla conferenza di Kyoto sulla riduzione dei gas a effetto serra ed è la prova che il metano è davvero l'alternativa più ecologica per il settore dei trasporti. E, infatti, le auto alimentate a metano o GPL sono le uniche che hanno il permesso di viaggiare nei centri cittadini nei periodi delle targhe alterne.
Trasformare un'auto da benzina a metano (sulla
trasformazione dei motori diesel c'è ancora poca esperienza) in media ha un
costo che va dai 1000 ai 2300 euro a seconda dell'auto da trasformare e
dell'impianto da installare, dai quali vanno decurtati i 650 € di
incentivo governativo, più quelli provinciali/comunali (che variano a seconda
della zona) se l'auto ha meno di tre anni di vita. Un impianto medio viene
quindi a costare intorno ai 1500 euro, che vengono recuperati, tramite il
risparmio consentito dal minor costo del metano, dopo circa 30.000 Km di
percorrenza.
Alternativamente si possono acquistare auto con impianto di serie già
installato dalla casa madre e in questo caso gli incentivi all'acquisto sono
pari a 1500 € sul prezzo di listino. Sempre più case automobilistiche si
stanno impegnando per la costruzione di modelli alimentati a metano, sempre
sulla scia degli accordi di Kyoto. È così oggi possibile acquistare veicoli di
vario tipo con alimentazione a "metano + benzina" di serie.
La Fiat ha già venduto migliaia di modelli di Multipla Natural Power a doppia alimentazione benzina/metano. In Toscana il 50% delle Multipla è alimentata a metano e in Emilia Romagna circa il 70%. Sono disponibili anche la Punto e il Doblò NP, che hanno avuto sicuramente meno successo. Il successo della Multipla è stato sicuramente dettato dalla posizione delle bombole sotto il pianale, soluzione che non sacrifica alcuna parte del bagagliaio e che porta a ben 400 km di autonomia, al contrario della Punto (metà bagagliaio destinato alle bombole, per un'autonomia di circa 250-260 Km).
La Opel è presente con due auto molto vendute: la Zafira Eco-M e l'Astra Station Wagon Eco-M. Questi modelli, oltre ad avere il vantaggio di presentare le bombole sotto il pianale senza compromettere il bagagliaio, hanno un secondo pregio: avendo un serbatoio per la benzina molto piccolo (15 litri) sono considerate come "monovalenti" e pagano solo il 25% del Bollo Auto: altro bel risparmio !!
La Citroen con la Picasso By-Energy (e in futuro, forse, il Berlingo), con bombole nel bagagliaio e autonomia di 320-350 Km circa.
La Volvo con la S60, V70 e la S80 Bifuel
In Germania anche Ford, BMW, Mercedes e WolksWagen stanno sviluppando modelli alimentati a metano, ma in Italia non sono ancora in vendita.
La grande resistenza degli italiani alla trasformazione delle proprie auto è
rallentata, oltre che dalla nostra proverbiale pigrizia nel lasciare le strade
già battute, dalla disinformazione riguardo questo carburante e dalla relativa
penuria di distributori. Cerchiamo di guardarci bene allo specchio: sappiamo
benissimo che non si ottiene quasi mai niente di quello che si vuole senza
fatica e impegno. La nostra salute ci sta abbastanza a cuore, ma non così tanto
da rinunciare a sigarette e alcool: il deterrente non è buono. Un po' di più ci
sta a cuore la salute dei nostri figli e di quella del pianeta, dato che un
giorno dovremo lasciarlo nelle loro mani. Vorremmo tutti che scomparissero i
problemi legati all'inquinamento, ma ci piace sentirci impotenti e spesso il
"far spallucce" è l'unica reazione che abbiamo riguardo i temi
ecologici. Come a dire che noi comuni mortali possiamo fare ben poco, che
possiamo solo gettare gocce nel mare, che "magari dipendesse da noi".
Ghandi affermava: "diventa il cambiamento che vuoi vedere avvenire
nel mondo". Dipende da noi. E da chi altrimenti ?? Nessuno può
pensare che non richieda sforzi e sacrifici, ma se solo si provasse a fare un
bilancio fra impegno profuso e benefici ricavati non potremmo che convincerci
sempre di più (e cercare di convincere altre persone) che è necessario agire in
prima persona, pagare sulla propria pelle i cambiamenti che porteranno ai
miglioramenti e alla nostra salvaguardia. E in questo caso il
"pagare" sulla propria pelle richiede solo un po' di pazienza per i
collaudi, la disponibilità a scarificare un po' di bagagliaio e la voglia di
risparmiare un sacco di soldi per le spese di carburante.
Nessuno ha più alibi: deve cominciare l'era in cui ci si renda conto che i
protagonisti siamo noi e solo noi, a meno che non ci piaccia il ruolo di
semplici e inerti spettatori.
Io ho deciso di non essere più complice dei giochi che stanno dietro le guerre
per il petrolio e di prevenire le malattie dei miei cari piuttosto che curarle.
Chi desiderasse maggiori informazioni riguardo l'argomento può spedirmi un'e-mail con eventuali domande all'indirizzo gioyann@aruba.it o, in alternativa, curiosare sul documentatissimo sito del metano per auto di www.metanoauto.com