(25 settembre 2003)
Fonti energetiche rinnovabile: il Sole come non lo avevate mai pensato...
I tempi sono maturi per parlarne. Se ne parla troppo poco e quindi "attenzione"e
"mente lucida": non sarò breve !
I tre mesi di questa infuocata estate hanno portato a galla, finalmente, i problemi
legati all'eccessivo consumo energetico e alle difficoltà di sopperire
alla sempre crescente domanda di energia.
Finalmente, dato che grazie alle poche ore di black-out programmati
che abbiamo subito in Italia, si sono riaperte antiche discussioni e ossidati
rancori verso frange del partito dei Verdi responsabili di un referendum (nel
lontano 1987, solo un anno dopo il disastro di Chernobyl), che stabilì
che non c'era alcuna intenzione di far installare centrali nucleari nel nostro
paese.
Chi ha imputato tutte le defaillance energetiche (nonostante non
fossero dovute a disservizi o guasti) alla mancanza di centrali nucleari in
Italia, è poi stato clamorosamente smentito dalle recenti disavventure
energetiche di due fra i più potenti paesi del mondo che al nucleare
non hanno mai rinunciato: USA e Gran Bretagna. Ed è di questi giorni
la notizia di un black-out causato da un guasto a una centrale nucleare in Svezia.
Gli Stati Uniti nord-occidentali sono stati colpiti, insieme a parte del Canada
meridionale, da uno dei peggiori black-out della loro storia, durato parecchie
ore (in alcune zone è durato dei giorni !). Dopo il ping-pong di colpe
e accuse reciproche fra USA e Canada, pare che a bloccarsi sia stato il sistema
di allarme di una centrale che amministra la distribuzione energetica. Proprio
in questi giorni Londra è stata anch'essa colpita da un black-out che
ha gettato la città nel panico, anche se non è durato che pochi
minuti. Il motivo di questo secondo black-out non è ben chiaro ma, come
per l'episodio d'oltreoceano, si è inveito contro la privatizzazione
delle compagnie elettriche (Incredibile ! eppure ero ormai convinto che la privatizzazione
potesse risolvere anche i rimorsi di coscienza !).
Un guasto a un sistema d'allarme può capitare sia a una centrale distributrice
che a una centrale produttrice (magari proprio nucleare). D'altra parte amiamo
risolvere i problemi solo quando si sono verificati e quando il danno è
irreparabile (e sto pensando alla tragedia del Vajont, ma mi viene in mente
anche cosa potrà essere del famigerato ponte sullo stretto di Messina).
Per fortuna c'è chi, perfino in TV, ci ha ricordato che l'energia non
è una cosa che dobbiamo considerare come "ovvia" e "dovuta",
bensì come un bene che va conservato, razionalizzato e del quale occorre
assolutamente evitare gli sprechi. Dovremmo abituarci a non lasciare inutilmente
luci accese in stanze vuote e a non lasciare i televisori in stand-by (una delle
maggiori cause di sprechi energetici). Dovremmo rassegnarci all'idea che sia
giusto spegnere le auto in prossimità di semafori rossi (magari installando
impianti a metano...), acquistare lampadine a risparmio energetico, usare lavatrici
e lavastoviglie solo a pieno carico, riciclare vetro-carta-organico nonostante
questo costi fatica.
Ma la società occidentale identifica un maggior grado di benessere con
la maggiore possibilità di sprecare, quindi le voci che si sono alzate
indignate per i black-out hanno chiesto, piuttosto che un risparmio, l'aumento
della produzione energetica ! Siamo in effetti uno dei paese con il maggior
quantitativo di Kw esportati (e anche sprecati per colpa di elettrodotti vetusti
e inefficienti), soprattutto dalle centrali nucleari francesi. Ma
.
.ma il nucleare o l'aumento di estrazione di petrolio (o di carbone)
non sono gli unici modi per produrre energia.
E' vitale che si cominci a considerare il pianeta per quello che è:
- un sistema fisicamente finito (nel senso che non è infinito), quindi delle grosse variazioni locali possono essere risentite a livello globale. Vorrei ricordare l'esplosione del vulcano Pinatubo nel 1992, nelle Filippine, durante la quale fu rilasciata una quantità talmente alta di ceneri in aria, che una volta sparse nell'atmosfera schermarono i raggi solari abbassando la temperatura media su TUTTO il pianeta fino a 2° C (e per due anni circa)! Non dobbiamo credere di poter disporre del pianeta come meglio ci aggrada solo perché non ne vediamo immediatamente le conseguenze. C'è la convinzione che "la terra è enorme e quindi l'inquinante si diluisce". Tutte le città del mondo inquinano ad una velocità più alta della capacità rigenerativa della Terra e non c'è più "solvente" per le diluizioni !
- un pianeta che comincia a risentire in maniera pesante, a livello climatico, dell'attività dell'uomo. Benché vi siano molti scienziati disposti a negare le responsabilità umane nei repentini cambiamenti climatici (e guarda caso molti di loro sono al soldo di Exxon o altre multinazionali interessate a non modificare le loro emissioni), io credo che occorra riflettere. Questi stessi scienziati "negazionisti" affermano che gli innalzamenti delle temperature medie sono dovute a normali variazioni che il pianeta ha da sempre affrontato; omettono però di dire che siamo nell'era geologica "olocene" (caratterizzata da cambiamenti della temperatura compresi, grosso modo, fra + 2 e - 2 ° C) da quando è terminata l'ultima glaciazione: cambiamenti simili nelle temperature medie avvengono entro migliaia di anni, non entro decine di anni come oggi sta accadendo.
E' importante chiarire questi punti affinché l'opinione pubblica e gli
apparati statali vengano sensibilizzati verso la ricerca di fonti alternative
di energia.
Senza cercare troppo intorno, la fonte energetica che può davvero dare
una mano al pianeta Terra c'è ed è la più semplice:
il SOLE !!
Una sfera che brucia grazie a reazioni termonucleari in grado di emettere una
quantità di energia che, se sfruttata con la massima efficienza, risolverebbe
gran parte del fabbisogno energetico mondiale.
Sistemi fotovoltaici
Tutti noi conosciamo i pannelli solari e l'utilizzo che se ne può fare. Sul tetto di casa mia vi sono 4 pannelli solari da circa 20 anni e da 20 anni ho acqua calda anche grazie al sole. 20 anni fa la tecnologia di questi sistemi era ancora agli inizi, e ciò che ha impedito la larga diffusione dei pannelli solari è il fatto che l'acqua calda serve soprattutto quando il sole è meno efficace: autunno e inverno. In effetti d'estate e primavera abbiamo acqua calda a costo zero quasi sempre, mentre d'inverno ci si possono permettere al massimo un paio di docce.
I sistemi fotovoltaici, invece, assorbono l'energia irradiata dal sole
per restituire ENERGIA ELETTRICA. E, al contrario dei pannelli solari, ne forniscono
soprattutto quando c'è più bisogno di energia elettrica: d'estate,
quando i condizionatori spinti al massimo delle prestazioni fanno impennare
le richieste energetiche.
Senza entrare troppo in dettagli di fisica, la matrice dei moduli fotovoltaici
è composta da grossi cristalli di silicio i cui elettroni, eccitati dall'energia
solare, vengono "strappati" agli stessi atomi di silicio. Gli elettroni
sono quindi convogliati tramite un campo elettrico verso un apparecchio in grado
di immagazzinare (e all'occorrenza distribuire) l'energia elettrica creata dal
moto di queste particelle. L'energia elettrica, infatti, si può definire
(semplificando al massimo) come un "flusso di elettroni".
Gli impianti si distinguono per capacità di produzione energetica e in genere più è ampia la superficie fotovoltaica installata, maggiore è la quantità di energia elettrica di cui si può disporre. Un impianto da 2500 KWh per anno, renderebbe una famiglia energeticamente indipendente dall'ENEL. Impianti"base" base da 1250 KWh per anno possono essere sufficienti per sopperire a richieste energetiche più modeste e prevedono solitamente una superficie fotovoltaica di circa 10 mq.
Si tratta di una soluzione "integrativa", con l'intento di "appiattire"
le richieste energetiche "di picco" alle centrali ENEL. Infatti, durante
le ore diurne estive, soprattutto a causa dei condizionatori, c'è un
picco di richiesta energetica che spesso mette in difficoltà le centrali
(e i KWh erogati in più sono anche quelli più costosi). L'installazione
di pannelli fotovoltaici permetterebbe di essere indipendenti per quanto riguarda
il funzionamento dei condizionatori: più caldo c'è, più
sole c'è, più energia viene prodotta dai pannelli per alimentare
i condizionatori (invece che esser chiesta all'ENEL).
Ma questo è solo un esempio esplicativo e c'è da sapere molto
di più riguardo questa tecnologia.
È necessario sapere che l'installazione dei pannelli fotovoltaici non
ci distacca dalla rete elettrica dell'ENEL !
Spesso l'energia prodotta dal sole tramite questi pannelli non può essere
sufficiente per tutta una casa e per tutto il giorno (a meno che non si costruiscano
impianti di almeno 20 mq e con accumulatori di energia per la notte), quindi
l'energia che il sole non riesce a darci continuerà ad arrivare tramite
la tradizionale rete elettrica. I costi della bolletta diminuiranno però
proporzionalmente alla quantità di energia che il nostro impianto riesce
a fornire (risparmi calcolati, in media e con un impianto minimo, dai 300 ai
400 euro l'anno, a seconda del grado di insolazione della zona).
Inoltre se capitano periodi di scarso utilizzo energetico (un lungo periodo
di ferie), l'energia prodotta dai pannelli non viene perduta, bensì viene
inviata e VENDUTA all'ENEL ! Le bollette successive verranno quindi ricalcolate
in base all'energia da noi eventualmente ceduta, come il buon Beppe Grillo ci
grida da anni.
Anche se non c'è molto sole e il cielo è coperto, i pannelli fotovoltaici sono ugualmente in grado di produrre un buon quantitativo di energia elettrica; naturalmente la resa sarà minore. La posizione ideale di un pannello fotovoltaico è con orientamento a sud e con inclinazione di 30-35° rispetto al suolo. Altre posizione decrementano in varia maniera la resa energetica.
La crisi energetica di quest'estate e i blackout programmati si potrebbero facilmente
evitare se l'adozione dei sistemi fotovoltaici divenisse una regola piuttosto
che un'eccezione. Solitamente si installano simili sistemi presso abitazioni
in montagna, dove far arrivare i cavi dell'alta tensione ha un certo costo e
rappresenta un fastidio evidente. Ma in altri paesi più lungimiranti
dal punto di vista ecologico, i pannelli fotovoltaici sono spesso utilizzati
anche in modo da integrarsi con l'architettura. Non è raro nei paesi
scandinavi (o in Giappone) imbattersi in palazzi dove la classica facciata a
vetri sia stata costruita utilizzando pannelli fotovoltaici (per visionare degli
esempi cliccare su: 1,
2)!
Questi palazzi producono gran parte dell'energia che consumano grazie al sole,
gratis e nella maniera più sorprendentemente pulita e semplice che ci
sia. Frangisole sui negozi (in luogo delle classiche tende) o tetti fotovoltaici
sono altri modi per sfruttare la potenza solare. E pensare che in Norvegia e
Svezia il sole è presente per soli sei mesi l'anno !
In Turchia ogni baracca ha il suo pannello solare per la produzione di acqua
calda.
L'Italia è il paese del sole, e uno studio della commissione europea
ha ipotizzato che se si coprissero con pannelli tutte le facciate e i tetti
disponibili si produrrebbe tanta energia pari a quella consumata da 30 milioni
di famiglie. E in Italia di famiglie se ne calcolano 20 milioni. Naturalmente
sono calcoli ipotetici, ma sono dati che fanno comunque riflettere sulla potenzialità
di questi sistemi che a mio giudizio possono davvero contribuire a costruire
una valida alternativa a forme di energia altamente inquinanti quali carbone,
petrolio e nucleare.
Non si pretende di interrompere questo tipo di produzioni energetiche, ma un
massiccio utilizzo di queste tecnologie e gli investimenti nella ricerca porterebbero
ad una drastica riduzione dell'uso di fonti energetiche non-rinnovabili in favore
di quelle rinnovabili. Un pannello fotovoltaico è garantito solitamente
per 25 anni di funzionamento, ma pare che arrivino a produrre energia ininterrottamente
per 50 anni. I giapponesi hanno calcolato che arrivino a produrre energia fino
a 100 anni.
Nella peggiore delle ipotesi, un pannello fotovoltaico produce, in 25 anni,
da 4 a 10 volte l'energia che è stata impiegata per la sua costruzione:
questo è il vero punto forte del concetto di "fonte energetica rinnovabile"
! Qualcosa che finalmente produca invece che esaurire (o sprecare).
Danni all'ambiente e costi sociali delle fonti non rinnovabili
L'energia nucleare ha dei costi molo maggiori in termini di "resa energetica",
produce "mostri architettonici" che deturpano paesaggi e costituiscono
una fonte di eterna preoccupazione. Oggi sono molto più sicure di un
tempo, va ammesso, ma anche il Titanic è stato dichiarato inaffondabile
agli scettici, sventolando il dogma della "nuova tecnologia". E il
problema delle scorie radioattive da smaltire non è un problema da meno:
nessuno le vuole, ovviamente. Vari paesi le stanno affibbiando alla Russia,
che in cambio di altissimi compensi se ne prende cura
e preferisco non
sapere come le smaltiscono. Pochi mesi fa era stato proposto di sbolognarne
un po' in Sardegna, idea che ha fatto sollevare non poche proteste da parte
degli stessi abitanti della splendida isola. Saremmo costantemente di fronte
ad una patata bollente che nessuno vuole.
Qualcuno si è divertito a definire "cassandre ecologiche" gli
ambientalisti che si oppongono al nucleare, ma credo che fra questi personaggi
ben pochi accetterebbero di trovarsi dei fusti radioattivi nei propri luoghi
di origine. E questo nonostante siano ben sigillati; ma forse qualcuno si ricorda
che anche l'eternit era stato dichiarato ETERNO e ora lo si scopre fragile e
cancerogeno ! La radioattività si smaltisce in migliaia di anni e sono
molto scettico sul fatto che quei fusti resistano tanto ! Ma sarà una
sciagura che erediteranno dei pro-nipoti
come al solito rimandiamo ad altri
i problemi causati dalle nostre irresponsabili scelte.
I sistemi fotovoltaici sono un'alternativa alle carenze energetiche che dovremo affrontare nel futuro più prossimo, un aiuto affinché la terra prenda una boccata d'ossigeno invece che di CO2. Le emissioni di questo gas serra da parte dei sistemi solari, infatti, sono risibili rispetto a qualsiasi altro sistema di produzione energetica. Non trascurerei che il trasporto dell'energia per lunghi tratti (dato che coi pannelli viene prodotta e consumata "in loco"), azzera lo scandaloso tasso di perdita di energia che avviene nei nostri elettrodotti !
Purtroppo la loro scarsa diffusione e la mancanza di domanda causa anche un
grosso effetto collaterale: il prezzo degli impianti.
C'è da dire che in questo ambito stato e regioni vengono spesso incontro
a chi decide di produrre energia pulita: nel 2002 e nel 2003 sono stati stanziati
finanziamenti a fondo perduto pari al 62 % del costo dell'impianto (IVA esclusa),
con l'ulteriore possibilità di detrarre il 36% di suddetto costo dalle
imposte IRPEF. I progetti di "integrazione architettonica" dei pannelli
fa alzare l'indice di merito e aumentare la probabilità di ricevere il
finanziamento.
Una delle ditte alle quali potersi rivolgere è l'Enerpoint (www.enerpoint.it): uno dei preventivi che ho richiesto prevedeva un costo totale di 11.360 euro, ma a fronte delle agevolazioni finanziarie e fiscali il costo sulle mie finanze "private" sarà di 3.500 euro circa (Iva inclusa). Considerando però un risparmio annuo medio di 300-400 euro per l'energia non pagata all'ENEL, si può evincere che nel giro di 10 anni la spesa sarà totalmente recuperata !! Valutando inoltre che il costo dei KWh con un pannello fotovoltaico resta costante negli anni (mentre i KWh forniti dall'ENEL aumentano di anno in anno), le previsioni di recupero possono divenire più ottimistiche. Nel peggiore dei casi (tetti non orientati a sud, inclinazione non ottimale dei moduli fotovoltaici, residenza in paesi del nord-Italia meno irraggiati) la spesa viene recuperata in più anni, ma io credo che le considerazioni ambientali poc'anzi fatte e che farò più sotto valgano la spesa di qualche soldo di tasca propria.
Si può far si che la stessa ditta installatrice si prenda la briga di richiedere i finanziamenti alla regione per gli impianti, cosicché lo sforzo mentale per decidere di acquistare un sistema fotovoltaico si riduce sensibilmente.
La spesa finale non è eccessiva tutto sommato. Il problema è
l'anticipo in attesa del finanziamento: non tutti dispongono di tali cifre.
Tuttavia è auspicabile che chiunque sia in grado di sostenere tale sforzo
finanziario non si tiri indietro.
Cerchiamo, infatti, di considerare che i disastri ecologici per il trasporto
dell'energia tradizionale li paghiamo con un aumento delle tasse (per es. il
disastro della petroliera Haven nel golfo di Genova, nel 1991 è costato
a noi cittadini 1 miliardo di euro).
Inoltre nelle aree dove sono presenti le tradizionali centrali termoelettriche,
l'incidenza di malattie (soprattutto tumori) è scientificamente più
alta della media nazionale: ciò comporta un costo in termini di assistenza
sanitaria, che grava ancora sui soldi che sborsiamo in tasse.
Aggiungiamo anche i costi che si sostengono per la ricerca
di nuovi giacimenti di combustibili fossili e non dimentichiamo le spese in
armamenti e in vite umane per prendersi quelli degli altri stati.
Considerando ciò, credo che valga
la pena spendere qualche soldo in più per prevenire le malattie ai nostri
figli e ai nostri luoghi piuttosto che curarli.
Vedete bene come il benessere, il progresso,
la civiltà, siano tappe da conquistarsi
grazie a degli investimenti sul futuro. Soprattutto
grazie alla fiducia nella ricerca, settore ahimè massacrato dalle politiche
economiche di tutti i governi succedutisi in questo nostro "bel paese".
La tecnologia ci viene incontro aumentando l'efficienza dei suoi ritrovati
e facendone crollare i prezzi da sostenere, ma anche dai cittadini deve arrivare
una mano: se non c'è domanda non c'è motivo di sviluppare l'offerta
di tecnologia né la possibilità di diminuire i prezzi. In fondo
il denaro è solo un bene effimero e in questo caso i soldi spesi inizialmente
verranno poi recuperati fino a produrre guadagni in un futuro neanche troppo
remoto.
I governi si stanno sempre più sensibilizzando al finanziamento di questo
tipo di sistemi energetici in quanto, alla lunga distanza, anche allo stato
conviene investire in queste tecnologie per produrre energia GRATIS negli anni
a venire. Il programma "10.000 tetti fotovoltaici" ne è la
prova.
Il concetto di "sviluppo sostenibile" non è un concetto astratto o utopico. Esiste, è concreto e dipende moltissimo da noi e dal nostro impegno come "cittadini del pianeta Terra".
Links utili:
Impianti generici e contributi statali: www.enerpoint.it
Impianti che prevedano o meno contributi statali:
http://www.pannelli-fotovoltaici.info/solare-produzione-energia-elettrica-sole.php
Per chi ha voglia di discuterne, con me o con qualcun altro, basta cliccare
qua sotto al link "forum e temi sociali" e proporre un argomento nel
forum. Oppure mandatemi un'e-mail a gioyann@aruba.it
.......vi risponderò.....potremo parlarne !!!